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Il
9 dicembre 2007
alle 11:00
è qui che ci troverete,
vestiti di bianco, lei,
di scuro, io
l'uno per l'altro insieme.
Per ora gustatevi la
storia , e la leggenda di questa stupenda
chiesa.
Il suggestivo interno
Ale e Gabri
Via del Velabro 19
00186 Roma, Italia
mappa su google
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La
Storia
La fondazione della chiesa viene fatta
risalire al VII secolo ad opera del papa Leone II il quale la dedica
a S. Sebastiano ed a S. Giorgio ma è probabile che la costruzione
abbia utilizzato strutture murarie preesistenti, forse appartenenti
ad un edificio civile di epoca classica e ad una diaconia.
La stessa pianta della chiesa,
assai irregolare, è la testimonianza di una fabbrica cresciùta
per aggiunte e tra-sformazioni succedutesi in varie fasi storiche. Il
papa Zaccaria (741-752), di origine greca, trasferisce dalla Cappadocia
la testa del martire Giorgio che colloca nella chiesa, in quell'epoca,
al centro di una zona fre-quentata da funzionari, mercanti e milizie
bizantine. Consistenti lavori di rifacimento e restauro mutano l'assetto
architettonico dell'edificio nel corso del IX secolo sotto il pontificato
di Gregorio IV.
Nella metà del XIII secolo
viene costruito il portico, dono del priore Stefano di Stella, con la
bella iscrizio-ne in caratteri gotici sulla trabeazione che lo ricorda;
probabilmente nello stesso periodo o poco prima viene eretto anche il
campanile.
Tra la fine del Duecento ed i
primi anni del Trecento, si esegue l'affresco nell'abside donato dal
cardinale Giacomo Gaetano Stefaneschi ed attribuito al Cavallini o alla
sua scuola.
Altri interventi vengono realizzati nel XV e XVI seco-lo mentre tra
il 1665 ed il 1669, sotto il pontificato di Clemente IX, viene restaurato
il portico a cui viene tolta una campata e mutato l'andamento della
coper-tura da una a tre falde.
Nel corso dell'Uttocento, dopo
una fase di decadenza e di degrado, la chiesa subisce considerevoli
lavori di consolidamento e restauro (sotto i pontificati di Leone XII,
Gregorio XVI e di Pio IX), durante i quali viene parzialmente ricostruita
la parte termina-le della facciata, rialzata e rivestita poi con un
into-naco a finta cortina (1824-25), vengono rinforzate le murature
del fianco sinistro, consolidato il campani-le ed eseguite opere di
risanamento dalla umidità.
Tra il 1923 ed il 1926, il monumento
è oggetto di un radicale intervento di restauro ad opera della
Soprintendenza ai Monumenti di Roma e sotto la direzione di Antonio
Mufioz.
L'obiettivo dell'intervento è
quello di restituire alla chiesa il proprio aspetto "medievale",
liberandola dalle aggiunte delle fasi storiche successive.
Vengono così riaperte le antiche finestre che davano luce alla
navata centrale, riportato il pavimento alla sua quota originale, restaurata
l'abside e rivestita di lastre marmoree; vengono anche rinvenuti numerosi
frammenti di plutei e transenne che testimoniano l'esistenza di una
antica schola cantorum attribuita al periodo di Gregorio IV (VIII-IX
secolo), collocati poi da Mufioz sulle pareti interne della chiesa.Altri
interventi di carattere manutentivo alle coperture ed al ciborio e stonacature
di murature, vengono realizzati dalla Soprintendenza ai Monumenti nel
1963. Poco prima dell'attentato era stato appena ultimato un intervento
di rifacimento e restauro delle coper-ture della navata destra, che
ha retto assai bene alla deflagrazione ed ha consentito di limitare
considerevolmente i danni all'interno della chiesa.
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La
Leggenda di San Giorgio
La leggenda di San Giorgio ha origini
antiche (a. 496) e soio tardivamente, nell'epoca delle Crociate, si
abbellisce dell'episodio del drago e della Fanciulla sal-vata dal santo.
La data della nascita, avvenuta in Palestina, oscilla intorno al 280
d. C. e la data della morte (303) è confermata dal risultato
dell'esame scientifico delle ossa appartenenti ad un individuo poco
più che ventenne. Il nome tra il IV e il V sec. si diffuse in
Oriente, e successivamente nella Georgia e nell'Inghilterra, nazioni
da Lui protette. Il martirio avviene sotto Daciano, imperatore dei Persiani,
che talvolta è sostituito da Diocleziano, imperatore dei Romani.
Giorgio di Cappadocia, ufficiale delle milizie, che distribuisce i beni
ai poveri si confessa cristiano e all'invito dell'imperatore di sacrificare
agli dei si rifiuta; iniziano così numerose e spettacolari scene
di martirio. Viene battuto, lacerato e gettato in carcere dove ha una
visione del Signore che gli predice sette anni di tormenti, tre volte
la morte e tre la resurrezione.
Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade Giorgio risuscita
ed inizia l'era delle conversio-ni e dei miracoli fino alla morte, avvenuta
per decapi-tazione. Forse nessun Santo ha riscosso tanta venera-zione
popolare quanto 5. Giorgio e a testimonianza di ciò sono le innumerevoli
chiese dedicate al suo nome.In Italia il culto per S. Giorgio fu assai
diffuso. A Roma Belisario (ca 527) affidò alla protezione del
santo la porta di S.Sebastiano e la chiesa del Velabro, dove venne trasferito
il cranio di Giorgio, trovato nel patriarchi lateranense da papa Zaccaria
(744 - 752). Ricordiamo infine che il santo è stato scelto come
patrono sia dai militari che dai cavalieri; è infatti rap-presentato
in piedi con lo scudo o la lancia, o a caval-lo mentre trafigge il drago,
per salvare la principessa.
Inoltre il nome di San Giorgio era invocato contro i serpenti velenosi,
contro la peste, la lebbra e la sifilide e, nei paesi slavi, contro
le streghe. Grande venerazio-ne riscosse il sepolcro del martire e le
sue reliquie furono trasferite, probabilmente durante l'invasione persiana
all'inizio del sec.VII o, poco dopo, all'arrivo dei mussulmani in Palestina.
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